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Mostra Marcello D'Olivo
ITA - Marcello D'Olivo si è sempre dichiarato innanzitutto un costruttore. La sua predilezione per le scienze, per la fisica e la matematica era nota. In una citazione inedita e ripresa all’interno dell'esposizione egli afferma che “l'architetto doveva saper fare due cose: disegnare ma anche fare i conti affinché le costruzioni stessero in piedi solidamente”. Gli schizzi di molti progetti preliminari contengono anche appunti di calcoli statici a dimostrazione del fatto che la concezione del progetto sia fin dalla prima idea tesa alla sua realizzazione. “La verifica strutturale è dunque parte integrante del progetto, e non può essere delegata a terzi né rinviata a fasi successive; semplicemente non ha lo scopo di generare o determinare la forma, bensì di confermarla”1.
E' proprio a partire da questa riflessione che si è deciso di far culminare l'esposizione Marcello D'Olivo architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia nella sala del Parlamento con l’allestimento realizzato in casseri di legno a ricreare gli spazi dello studio dell'architetto. Il disegno delle pareti curvate sulle quali sono appese le foto di cantiere e di progetti realizzati si ispira alle linee curve che nel progetto di Villa Morandotti a Meduno conducono al soggiorno.
Il cassero vuol essere inoltre una citazione della predilezione indiscussa dell'architetto per il cemento armato, materiale che gli consentiva di sottolineare l'incisività e la forza plastica dei volumi. Anche le colorazioni delle pareti richiamano le tinte da lui utilizzate nei quadri, nei disegni di architettura e nelle opere realizzate: il grigio azzurro delle prime due sale dialoga con il rosso mattone che caratterizza la sala del Parlamento, così come il cemento si lega al laterizio. I disegni di progetti non realizzati in Friuli Venezia Giulia esposti e scelti dai curatori sono accostati alle opere pittoriche che ritraggono la natura, sempre protagonista e soggetto prediletto dall’architetto. “E non sembri un'insistenza inutile o romantica questo mio continuo richiamo al rispetto del mondo naturale, rispetto che invece, tra tutti i parametri di una seria progettazione, è più importante.”2
1 - Sergio Poretti, Il vizio del cemento armato, in Ferruccio Luppi e Paolo Nicoloso (a cura di) Marcello D'Olivo architetto, Mazzotta, Milano 2002 pp.53-54.
2 - Marcello D'Olivo, Discorso per un'altra architettura, Casamassima, Udine 1972 p.61
ENG - Marcello D'Olivo always considered himself a builder first and foremost. His predilection for science, physics, and mathematics was well-known. In an unpublished quote reprinted throughout the exhibition, he states that "the architect had to be able to do two things: draw but also calculate, so that buildings could stand solidly." The sketches of many preliminary projects also contain notes on static calculations, demonstrating that the project's conception, from the very first idea, was geared toward its realization. "Structural verification is therefore an integral part of the project and cannot be delegated to third parties or postponed to later phases; its purpose is not simply to generate or determine the form, but rather to confirm it."
It is precisely from this reflection that the decision was made to culminate the exhibition Marcello D'Olivo architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia in the Hall of Parliament, with a display constructed from wooden formwork to recreate the spaces of the architect's studio. The curved walls displaying photographs of construction sites and completed projects are inspired by the curved lines that lead to the living room in the Villa Morandotti project in Meduno.
The formwork also serves as a reference to the architect's undisputed predilection for reinforced concrete, a material that allowed him to emphasize the impact and sculptural strength of volumes. The wall colors also recall the hues he used in his paintings, architectural drawings, and built works: the blue-gray of the first two rooms interacts with the brick red that characterizes the Parliament Hall, just as concrete connects with brick. The drawings of unrealized projects in Friuli Venezia Giulia, exhibited and selected by the curators, are juxtaposed with paintings depicting nature, a constant protagonist and favorite subject of the architect. “And let this constant call for respect for the natural world not seem like a useless or romantic insistence, respect which, of all the parameters of serious design, is the most important.”2







Mostra Marcello D'Olivo
design-expo
Data
2016
Castello di Udine, Udine, Italy

ITA - Marcello D'Olivo si è sempre dichiarato innanzitutto un costruttore. La sua predilezione per le scienze, per la fisica e la matematica era nota. In una citazione inedita e ripresa all’interno dell'esposizione egli afferma che “l'architetto doveva saper fare due cose: disegnare ma anche fare i conti affinché le costruzioni stessero in piedi solidamente”. Gli schizzi di molti progetti preliminari contengono anche appunti di calcoli statici a dimostrazione del fatto che la concezione del progetto sia fin dalla prima idea tesa alla sua realizzazione. “La verifica strutturale è dunque parte integrante del progetto, e non può essere delegata a terzi né rinviata a fasi successive; semplicemente non ha lo scopo di generare o determinare la forma, bensì di confermarla”1.
E' proprio a partire da questa riflessione che si è deciso di far culminare l'esposizione Marcello D'Olivo architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia nella sala del Parlamento con l’allestimento realizzato in casseri di legno a ricreare gli spazi dello studio dell'architetto. Il disegno delle pareti curvate sulle quali sono appese le foto di cantiere e di progetti realizzati si ispira alle linee curve che nel progetto di Villa Morandotti a Meduno conducono al soggiorno.
Il cassero vuol essere inoltre una citazione della predilezione indiscussa dell'architetto per il cemento armato, materiale che gli consentiva di sottolineare l'incisività e la forza plastica dei volumi. Anche le colorazioni delle pareti richiamano le tinte da lui utilizzate nei quadri, nei disegni di architettura e nelle opere realizzate: il grigio azzurro delle prime due sale dialoga con il rosso mattone che caratterizza la sala del Parlamento, così come il cemento si lega al laterizio. I disegni di progetti non realizzati in Friuli Venezia Giulia esposti e scelti dai curatori sono accostati alle opere pittoriche che ritraggono la natura, sempre protagonista e soggetto prediletto dall’architetto. “E non sembri un'insistenza inutile o romantica questo mio continuo richiamo al rispetto del mondo naturale, rispetto che invece, tra tutti i parametri di una seria progettazione, è più importante.”2
1 - Sergio Poretti, Il vizio del cemento armato, in Ferruccio Luppi e Paolo Nicoloso (a cura di) Marcello D'Olivo architetto, Mazzotta, Milano 2002 pp.53-54.
2 - Marcello D'Olivo, Discorso per un'altra architettura, Casamassima, Udine 1972 p.61
ENG - Marcello D'Olivo always considered himself a builder first and foremost. His predilection for science, physics, and mathematics was well-known. In an unpublished quote reprinted throughout the exhibition, he states that "the architect had to be able to do two things: draw but also calculate, so that buildings could stand solidly." The sketches of many preliminary projects also contain notes on static calculations, demonstrating that the project's conception, from the very first idea, was geared toward its realization. "Structural verification is therefore an integral part of the project and cannot be delegated to third parties or postponed to later phases; its purpose is not simply to generate or determine the form, but rather to confirm it."
It is precisely from this reflection that the decision was made to culminate the exhibition Marcello D'Olivo architetto del mondo in Friuli Venezia Giulia in the Hall of Parliament, with a display constructed from wooden formwork to recreate the spaces of the architect's studio. The curved walls displaying photographs of construction sites and completed projects are inspired by the curved lines that lead to the living room in the Villa Morandotti project in Meduno.
The formwork also serves as a reference to the architect's undisputed predilection for reinforced concrete, a material that allowed him to emphasize the impact and sculptural strength of volumes. The wall colors also recall the hues he used in his paintings, architectural drawings, and built works: the blue-gray of the first two rooms interacts with the brick red that characterizes the Parliament Hall, just as concrete connects with brick. The drawings of unrealized projects in Friuli Venezia Giulia, exhibited and selected by the curators, are juxtaposed with paintings depicting nature, a constant protagonist and favorite subject of the architect. “And let this constant call for respect for the natural world not seem like a useless or romantic insistence, respect which, of all the parameters of serious design, is the most important.”2





